News Listen now to INSTAR, the new LP by Built-in Obsolescence 8 months ago Soon on stage View on facebook 2 years ago Our "Voice Guy" Paolo, is featured in this great song from our friends Arya - Italy. The video was made by Arya's Luca. Definitely worth to see it!! View on facebook 2 years ago I dischi che hanno segnato i BIO Valle 3/3 We Like It Here - Snarky Puppy Erano molti i dischi che si contendevano questa terza posizione, per cui ho scelto un'altra svolta personale oltre che musicale. Mi sono imbattuto in questa gemma solo pochi anni fa, ma da quel momento è fiorito nella mia mente un approccio completamente diverso alla musica. Il merito è della prorompente personalità della band che non solo riempie la loro musica, ma straborda nella comunità globale dei musicisti ed il mondo che le gira attorno. Questo disco rappresenta benissimo la carica motivazionale che mi ha dato questa band. ... See more View on facebook 2 years ago I dischi che hanno segnato i BIO Valle 2/3 Long Distance Calling - Long Distance Calling Ho scoperto i LDC tramite i due dischi precedenti, ma è con questo album che dal post-rock mi sono tuffato nel post-metal. Ho notato come i "generi-non-generi" avessero in comune la capacità, la necessità, di esprimere concetti profondi tramite punti di vista intimi. Un'affinità organica ed evocativa molto spesso estesa dalla musica ai media visivi collegati. Non c'è molto da dire, ma c'è molto da ascoltare. ... See more View on facebook 2 years ago I dischi che hanno segnato i BIO Valle 1/3 In The Court Of The Crimson King - King Crimson Ascolto questo gruppo praticamente da sempre. La prima memoria delle note di questo disco precede la mia prima parola scritta. Man mano che passa il tempo continuo imperterrito ad ascoltare i King Crimson e a scoprire nuovi modi di capire la loro musica. Pensando alle loro opere che più mi affascinano, ora citerei "Larks' Tongues in Aspic" o "The Night Watch", ma di sicuro In The Court Of The Crimson King ha lasciato nella mia storia musicale ed artistica un'impronta ineguagliabile. Una pietra miliare della musica e della mia vita. ... See more View on facebook 2 years ago I dischi che hanno segnato i BIO Paolo 3/3 Paradise Lost - Paradise Lost Se c'è una cosa che non mi ha mai preso completamente è stato il metal più marcio, quello in cui si sfoggia quel tipo di scream che io definisco come "demoniaco"; preferisco quando non si perde troppo la connessione con l'uomo piuttosto che col soprannaturale. Lo scream lo vedo come un'estensione di quella parte oscura che abbiamo dentro e abbiamo bisogno di tirare fuori. In più col tempo avevo sviluppato un certo feticismo per la complessità ed il ripudio del concetto di "ritornello". I Paradise Lost, però, mi hanno fregato. Questo disco, che di "demoniaco" non ha nulla, anzi si rifà a sonorità anni 80 (almeno con la voce), mi ha rapito. La semplicità e canonicità delle strutture è solo apparente, c'è una rottura della forma "canzone" che in qualche modo mi ha spiazzato, soprattutto quando vanno dritti al ritornello dopo un accenno di strofa. Ad ogni modo, mi hanno incuriosito a tal punto da esplorare gli altri loro dischi, facendomi appassionare al Doom, ad altri tipi di scream, che diversamente non avevo compreso, ai ritmi lenti e che, sono sicuro, mi hanno portato infine ad adorare il Post-Metal. ... See more View on facebook 2 years ago I dischi che hanno segnato i BIO Paolo 2/3 Thrice - Alchemy Index Qualche anno dopo, la ricerca dello scream e del dramma (diciamo così) mi ha portato ad ascoltare tra i vari generi anche l'emo core. La svolta è arrivata coi Thrice. Alchemy Index, come album, non è rappresentativo di questo passaggio, ma credo riassuma i Thrice in tutto quello che sono stati per me. Una band che ha avuto un'evoluzione incredibile, che mi ha accompagnato ed influenzato musicalmente per più di 15 anni. Loro mi hanno trasmesso una vera e propria ossessione per i tempi dispari: senti che c'è qualcosa che non torna, però la voce fa da collante, e funziona tutto perfettamente. Piano piano si ribalta completamente il modo di percepire il ritmo, e ti chiedi come mai si debba sempre e per forza completare i 4/4. Da li a band tipo i Tool ed affini il passaggio è stato molto breve 🙂 ... See more View on facebook 2 years ago I dischi che hanno segnato i BIO Paolo 1/3 Linkin Park - Hybrid Theory Ricordo me da marmocchio che guardavo San Remo dicendo "Da grande voglio essere un cantante". Beh, fortunatamente non ho seguito quella strada 😄, per lo meno quella di San Remo. Se c'è qualcosa che mi ha indirizzato veramente verso quello che sono oggi è stato quel "Crawling in my skin" che usciva graffiante dallo stereo e quel disco, Hybrid Theory, che girava ininterrottamente. Credo sia stato proprio Chester a farmi capire che c'era qualcosa di interessante da comunicare, e un mezzo perfetto per esprimerlo: lo scream. In più questo album mi ha permesso di scoprire, ed apprezzare quello che girava intorno al 2000, e che prima non capivo, tipo i Korn, Deftones, Slipknot, System of a Down. Ci siamo capiti, non serve elencarli tutti 😉 ... See more View on facebook 2 years ago I dischi che hanno segnato i BIO Alex 3/3 Sono passati circa 10 anni e intorno ai 25 scopro il gruppo che ha influenzato più di ogni altro la mia età adulta e matura da musicista. Non li capii subito, ascoltai quell'album in macchina una volta e per mesi non lo ascoltai più. Gli diedi poi una seconda occasione e quel cd rimase dentro il lettore per più di un anno, ascoltato quotidianamente, ogni singola volta che andavo da qualche parte. ... See more View on facebook 2 years ago I dischi che hanno segnato i BIO Alex 2/3 Mi sono giunti all'orecchio assieme agli Extreme e li catapulto sul mio olimpo personale appoggiati sullo stesso gradino, di una scalinata di cui ancora non conosco la fine. Sto parlando dei Mr. Big, gruppo virtuoso, nato da dei maestri assoluti, che hanno miscelato la loro tecnica a strutture più orecchiabili (e a mio modesto avviso gli è riuscito benissimo). I loro primi album mi piacciono tutti, ma forse Lean into It è il più rappresentativo. Paul Gilbert "mi ha insegnato" che la tecnica può non essere fine a se stessa e che anche solo su una pentatonica si può costruire un mondo. Un album che mi ha ispirato tantissimo e probabilmente continua a farlo anche ora. ... See more View on facebook